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Il dibattito relativo all’insufficiente presenza di scuole dell’infanzia continua ad infiammare le città di Parma e Salsomaggiore Terme, in entrambi i casi gli amministratori locali di qualsivoglia tendenza politica nulla o poco fanno per rivendicare dal Ministero dell’Istruzione e del Merito l’apertura di nuove sezioni presso le Scuole Statali già presenti sul territorio.
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In merito all’assetto e alla gestione del personale con qualifica di dirigente scolastico la Gilda degli Insegnanti da tempo invoca, nel nostro territorio, una sinergia tra le forze sindacali rappresentative del corpo docente delle scuole Statali e i rappresentanti dei partiti politici che in forza del voto popolare hanno la responsabilità della pubblica istruzione, ciò dovrebbe servire a determinare migliori decisioni di politica scolastica più aderenti alle esigenze di chi la scuola la realizza (gli insegnanti) e di chi ne usufruisce (i figli dei cittadini elettori).
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La Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza tiene nuovamente a precisare, se non fosse stato chiaro, che non ha nulla contro “Enti e privati” – che - “hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato” come recita testualmente l’art. 33 della Costituzione.
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Siedono divisi ma quando si tratta di mettere in secondo piano la scuola Statale agiscono uniti, anche a Parma la politica ha deciso di far fronte alla mancanza di scuole dell’infanzia sufficienti ad accogliere tutti gli alunni, senza pretendere dal Ministero dell’Istruzione e del Merito l’aumento delle sezioni per i più piccoli negli Istituti Statali presenti in città, come se quelli che una volta venivano chiamati asili dovessero essere per forza solo di competenza comunale o peggio gestiti da privati come si è scelto di fare per tamponare il bisogno.
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Premesso che nulla abbiamo contro le scuole private che esercitano la loro attività senza percepire fondi pubblici, ma il fatto che nell’edificio in cui c’era una scuola statale viene insediata una scuola non statale è segno di arretramento dello Stato che così facendo viene meno a una sua funzione.