Il problema della libertà e della democrazia nelle scuole è antico, lo hanno compresso tutte (nessuna esclusa!) le forze politiche che hanno governato negli ultimi 25 anni, introducendo, sostenendo e potenziando la figura del dirigente scolastico.
I docenti italiani dovrebbero eleggere il loro preside, la massima espressione della comunità professionale che opera in una scuola, i politici hanno "democraticamente" eliminato per legge la figura sostituendola con una controversa cooptazione concorsuale di “dirigenti-manager”, antidemocraticamente imposti a ciascun Istituto con criteri discrezionali da parte di uffici i cui capi sono di diretta promanazione politica. La democrazia è un tesoro immenso ma è un ossimoro che oggi venga invocata da chi viene nominato senza alcun criterio democratico, addirittura molti dirigenti scolastici sono così “democratici” che quando scrivono le loro comunicazioni omettono qualsivoglia forma di buona creanza, non scrivono né “distinti saluti” né “cordiali saluti”, in pratica non salutano nemmeno. Per sua origine e natura la figura del dirigente scolastico contrasta con il concetto di democrazia, per reintrodurla nelle scuole urge l’elezione del preside e togliere i dirigenti scolastici. La Gilda degli Insegnanti di Piacenza e Parma, tramite il coordinatore Salvatore Pizzo, sottolinea che "quando qualche docente osa contraddire i dirigenti scolastici viene preso di mira, subisce un’ostilità pesante, sanno che c’è un tacito patto politico nessuno li richiama, nessuno li controlla”.